Presentazione
Tenevo gli occhi di bue con due mani, avvolti in un tovagliolino di carta, come se fossero una brioche o un panino.
Erano i biscotti più grossi della vetrina della pasticceria, perfetti nella loro rotondità, ammiccanti con il cuore di marmellata o di cioccolato. Quando andavamo a San Gimignano a trovare nonno, mamma si fermava spesso nella nostra pasticceria preferita per un cappuccino e qualche chiacchiera con la gente del posto. In questa occasione potevo scegliere qualcosa dal banco della pasticceria, qualcosa di dolce tutto per me. Che fossero i risottini fragranti e spesso ancora tiepidi o gli occhi di bue, la frolla era sempre protagonista.
Gli occhi di bue sono una costante rassicurante dei banconi della pasticceria, dei bar o del forno locali, sempre presenti da quando ero piccola. Quando andavo a scuola la mattina mi fermavo al forno a prendere una schiacciatina per la merenda e loro erano lì, in un vassoio di carta, ordinati, rotondi.